Blog

Veranda in balcone, quali permessi richiedere

Chiudere un balcone trasformandolo in una veranda crea uno spazio nuovo nella tua casa, da vivere soprattutto nei mesi invernali. Verandare uno spazio esterno è una buona soluzione, dunque, per iniziare a dedicarti a nuove attività (studio, giardinaggio, area relax).

Sappi, però, che per chiudere un balcone su tutti e 4 i lati è necessario il Permesso di costruire. Perché? Perché la veranda è una struttura fissata in maniera stabile al pavimento, così come tutte le costruzioni che prevedono:

aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici, ovvero che […] comportino mutamenti della destinazione d’uso.
Art. 10 legge 380/2001

Cos’è il Permesso di costruire?

Il Permesso di costruire, da qui in avanti PdC, è un provvedimento amministrativo emesso dal Comune, che legittima un intervento in materia edilizia. Per conoscere gli interventi che richiedono il PdC apriamo ancora il Testo Unico per l’Edilizia all’art. 10.

Costituiscono interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio e sono subordinati a permesso di costruire interventi di:

  • nuova costruzione
  • ristrutturazione urbanistica
  • modifiche alla sagoma o alla volumetria complessiva degli edifici

Dal momento del rilascio del titolo, l’inizio dei lavori deve avvenire entro 365 giorni mentre la loro conclusione non può superare tre anni dall’inizio dei lavori. E’ possibile richiedere una proroga ma solo per:

fatti sopravvenuti, estranei alla volontà del titolare del permesso, oppure in considerazione della mole dell’opera da realizzare, delle sue particolari caratteristiche tecnico-costruttive, o di difficoltà tecnico-esecutive emerse successivamente all’inizio dei lavori, ovvero quando si tratti di opere pubbliche il cui finanziamento sia previsto in più esercizi finanziari.
Art. 15 Testo Unico

Costruire senza richiedere il PdC ove necessario comporta il reato di abuso edilizio, con conseguente demolizione dell’opera oppure il pagamento di una sanzione pari al doppio del valore della nuova superficie dell’appartamento.

Veranda, voce e definizione

La voce 42 dell’Allegato A all’intesa del 20 ottobre 2016 tra il Governo, le Regioni e i Comuni definisce veranda quel:

locale o spazio coperto avente le caratteristiche di loggiato, balcone, terrazza o portico, chiuso sui lati da superfici vetrate o con elementi trasparenti e impermeabili, parzialmente o totalmente apribili.

L’alternativa alla veranda e, quindi, al PdC è la costruzione di un pergolato o di una tettoia aperta. In questo caso non saranno ritenute nuove costruzioni ma elementi accessori temporanei e stagionali. Potresti anche chiudere il tuo balcone con tende di stoffa retrattili purché in armonia cromatica con la facciata del palazzo.

Veranda realizzata in condominio

Come già spiegato negli articoli precedenti, l’art. 1120 del Codice Civile vieta:

le innovazioni che possano recare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato, che ne alterino il decoro architettonico o che rendano talune parti comuni dell’edificio inservibili all’uso o al godimento anche di un solo condomino.

Infatti, prima di ogni intervento ti consigliamo di leggere attentamente il regolamento condominiale oppure di far rilasciare a tutti, o alla maggioranza dei condomini, il consenso scritto alla realizzazione della veranda.

Non solo, dato che la veranda è una struttura fissa, che dovrà impiantarsi alla struttura del balcone o del terrazzo superiore, non dimenticare di raccogliere l’assenso o di informare i tuoi vicini di casa della chiusura del tuo balcone. Eviterai così di compromettere il loro diritto di veduta e di affaccio.

Legge sulla Rigenerazione Urbana

Se parliamo di ampliare la superficie abitabile, non possiamo non rifarci alle Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio contenute nella legge regionale n. 7 /2017  (conosciuta anche come legge sulla rigenerazione urbana) nella quale, tra gli altri, si legittimano:

gli interventi di ristrutturazione edilizia con mutamento della destinazione d’uso.

In generale, la legge sulla rigenerazione urbana nasce per riqualificare edifici con interventi di demolizione e ricostruzione e con un occhio di riguardo all’adeguamento sismico e al risparmio energetico.
La norma affida ai Comuni un ruolo centrale sia nella progettazione urbana che nella riqualificazione dell’edilizia incompiuta o in aree degradate. Per questo è necessaria l’approvazione del Comune di Roma prima di procedere ai lavori!